Il territorio
Dalla fine del Settecento nei terreni argillosi e sabbiosi dell'area orientale dell'Appennino piacentino, ed in particolare lungo le ripide pareti dei calanchi e nelle incisioni di piccoli rii delle valli del Nure, Chiavenna, Arda e Ongina, venivano alla luce le testimonianze fossili del "mare pliocenico".
Ma già tre secoli prima Leonardo da Vinci, che per primo riconobbe l'origine organica dei resti fossili, ebbe modo di vedere le conchiglie raccolte nel Piacentino mentre si trovava a Milano dove stava lavorando alla statua equestre di Francesco Sforza ed una citazione su questi fossili, che il maestro chiamava nichi, e sui luoghi dai quali provenivano è riportata nel celeberrimo Codice Leicester (folio 9 verso).
Chi contribuì maggiormente alla ricerca ed alla conoscenza del Pliocene locale fu Giuseppe Cortesi, consigliere del tribunale di Piacenza e successivamente professore onorario di geologia all'Università di Parma. Egli si appassionò talmente alla ricerca da stipendiare degli osservatori per tenere sotto controllo le aree con il compito di avvisarlo nel caso affiorassero frammenti scheletrici ed in breve potè riunire, oltre alle conchiglie, diversi e grandiosi resti di rinoceronte, elefanti, ma soprattutto delfini e balenottere.
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Circa 500.000 anni più tardi (5 milioni di anni fa) si ristabilirono le comunicazioni con l'Atlantico e si ripristinarono condizioni marine, come documentato dalla scomparsa delle specie ipoaline e dall'arrivo di biota prettamente marini tra cui alcune specie indicatrici di acque fredde e profonde (ostracodi e coralli psicrosferici) e numerose nuove specie di molluschi, artropodi, pesci e cetacei.



Circa 20 milioni di anni fa la collisione della placca Africana con quella Euroasiatica provocò il sollevamento di una serie di catene montuose, estendentisi dalle Alpi sino ai Monti Tauri (Turchia meridionale), che oltre a chiudere le comunicazioni tra la regione Indo-Pacifica e la Tetide divise quest'ultima in due bacini di cui uno più settentrionale ed "est-europeo" (la Paratetide) ed uno più meridionale (il Mediterraneo).